Articoli con tag social media

Una guerra lampo in 140 caratteri

Volete scatenare tempeste d’informazione sulle teste dei vostri avversari? Volete far esplodere i vostri messaggi in rete e colpire il leviatano alle ginocchia con frammenti impazziti di bit? Se la risposta è si, Blitzkrieg Tweet è il libro che fa per voi

blitzkrieg_coverIl sapere, è noto, non è fatto per comprendere ma per prendere posizione. Un’affermazione che sembra tanto più vera quando ci si ritrova tra le mani Blitzkrieg Tweet. Come farsi esplodere in rete, l’ultimo libro di Francesco De Collibus: dalla sua lettura, statene certi, trarrete spunti preziosi per decidere come schierare le vostre truppe sul campo di battaglia dell’informazione.

Una premessa è doverosa. L’autore (filosofo, informatico ed animatore di spinoza.it) non ha dato alle stampe l’ennesimo manuale di guerriglia marketing su come diventare popolari in rete. O almeno, non sembra essere stato mosso da quest’unico intento. Certo, il libro è denso di suggerimenti su come concepire le vostre bombe mediatiche, influenzare l’opinione pubblica edincendiare il terreno della comunicazione (possibilmente senza farvi terra bruciata intorno). Ma allo stesse tempo, sotto la superficie delle 130 gustose pagine pubblicate da Agenzia X scorre come un fiume carsico una stimolante riflessione sulla rete, le ambivalenze dei fenomeni sociali che l’attraversano ed i pericoli che ne stanno mettendo a repentaglio la libertà. Prosegui la lettura »

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Pillar of Defense chronicles: Anonymous e l’OpIsrael

La minaccia di Israele di gettare Gaza nel blackout informativo. La sfera pubblica dei social media intossicata dal “Reality Distorsion Field” di Tel Aviv. Anonymous prende posizione a fianco della Palestina e reagisce mettendo sotto attacco un’ampia porzione dello spazio digitale israeliano. L’ultima parte di “Pillar of Defense chronicles” con le interviste agli ed alle hacktivist* che hanno partecipato ad #OpIsrael.

Vedi la seconda parte di Pillar of Defense chronicles: IDF SpokesPerson

 

Pagina #OpFreePalestineReloaded – Facebook – Internet – Tempo asincrono

432327_376601849098260_1337827588_n Il principio è la separazione

la segregazione

distanze che dividono persone

prigioni a cielo aperto di un cielo senza stelle

usciamo allo scoperto scivolando sotto pelle…

Signor K in “La Machine” con Première Ligne e Les Evadés

Lo streaming di Radio Anonops, la web radio che da diversi mesi fa da colonna sonora alle imprese degli Anonymous di tutto il mondo, lancia a palla le rime del Signor K mentre l’#OpIsrael è in pieno svolgimento sullo spazio digitale israeliano. Scelta azzeccata quella del dj dietro alla console: un pezzo da battaglia, interpretato da un dreamteam di emcees internazionali, che scagliano rime come pietre, muovendosi in un’atmosfera dal sapore epico. Su un tappeto musicale intessuto con batterie, archi e piatti gli idiomi si intrecciano e disegnano la trama di cento scontri e cento ferite inferte e subite. Esattamente come accade sulla pagina Facebook #OpFreePalestineReloaded: un quadratino di byte del giardino recintato di Mark Zuckerberg, dove il tempo viene battuto dall’applet di un orologio digitale che segna i minuti mancanti all’apertura delle ostilità contro le infrastrutture comunicative israeliane. Quando, giovedì 15 novembre, le lancette del countdown si sono fermate, migliaia di Anonymous in tutto il mondo hanno dato il via alle danze con un numero incalcolabile di attacchi ed incursioni. A finire nel mirino sono alcuni network veramente tosti, come quelli che veicolano i messaggi dell’esercito e delle istituzioni di Tel Aviv. Prosegui la lettura »

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«Se credi di avere tutto sotto controllo, allora non stai andando abbastanza veloce!»

Durante il meeting Agorà 99 abbiamo intervistato Simona Levi, hacktivista del movimento #15M.

 

altMadrid – Non è un segreto che il movimento #15M sia uno laboratorio avanzatissimo nella sperimentazione di tattiche e strategie comunicative all’interno delle mobilitazioni sociali contro la crisi. Durante la nostra permanenza a Madrid per il meeting Agorà 99, è stato impossibile non rendersi conto di quanto gli hacktivisti abbiano profondamente influenzato, dal punto di vista culturale e politico, ampi settori, non solo del movimento, ma dell’intera società spagnola. Nei cinque giorni passati tra assemblee, workshop e presidi, attraversati da soggetti con le più disparate biografie ed età anagrafiche non ci è mai capitato di imbatterci in quella litania, tipica delle nostre parti, che recita «Internet? Io non ci capisco niente. Parla con il compagno mediattivista». Al contrario il problema della comunicazione – su tutti i livelli, dalla strada alla rete – non viene delegato a poche nicchie di “esperti” ma assunto come elemento dirimente e trasversale nel dibattito quotidiano, sia che si tratti di organizzare una piccola iniziativa in quartiere sia che l’obiettivo della giornata sia l’assedio al Parlamento.

Questo non significa che nel tempo non siano sorti anche piccoli think thank, crew di personaggi a metà tra l’hacker e lo spin doctor, che hanno aiutato il movimento a misurarsi con il mainstream sul terreno dell’opinione pubblica, sviluppando un nuovo paradigma dell’informazione in lotta: la tecnopolitica che teorizza la riappropriazione delle reti per l’azione collettiva. Attenzione, il loro ruolo non è esclusivamente quello di orchestrare i network di comunicazione: al contrario la loro mission sembra piuttosto organizzare lo sciame perché lo sciame possa auto-organizzarsi ed impari a riappropriarsi dell’uso politico dei media. Prosegui la lettura »

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