Archivio per la categoria Hacking

Operation Green Rights atto secondo. «Ghiglia tocca a te!»

Questa volta è toccata ad Agostino Ghiglia. Il deputato e consigliere comunale torinese in quota PDL è finito nel mirino del network di Anonymous, impegnato in Italia sul versante dei Green Rights a fianco della popolazione della Val Susa. A farne le spese il suo sito web personale, violato nella notte, le cui credenziali di accesso sono state rese pubbliche sullo stesso blog dove ieri erano apparsi i dump dei database dei siti di LTF e torino-lione.it

Il blitz dei cyber-attivisti arriva in risposta alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa nella giornata di ieri dall’ex di AN. Figura nota in città per il suo protagonismo contro centri sociali, movimento No TAV e radio libere – dopo l’assedio alla Maddalena del 27 giugno, presentò un’ interpellanza parlamentare richiedendo la chiusura immediata di Radio BlackOut – Ghiglia ha definito come “anti-sviluppo” l’operazione Green Rights, schieratasi contro la costruzione di un’opera dall’impatto ambientale insostenibile. Il parlamentare ha stigmatizzato il modus operandi di Anonymous perché atto a «colpire, fisicamente o virtualmente, danneggiare e logorare imprese e istituzioni impegnate nella realizzazione della Torino Lione». Prosegui la lettura »

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Virano… please re-enter the password!

L’avevano promesso. L’hanno fatto.

Ieri con poche telegrafiche righe dal blog Operation Green Rights Anonymous annunciava una sua discesa in campo a fianco del movimento No Tav. Detto fatto, ed in poche ore gli hacktivisti hanno mantenuto la parola. Questa notte il sito torino-lione.it (una delle tante appendici propagandistiche di Rete Ferroviaria Italiana) ed il database della LTF (Lyon Turin Ferroviaire) sono stati violati.

Schema consolidato ma sempre efficace: le informazioni di accesso al portale francese sono state rese pubbliche mentre la pagina del sito italiano, su cui prima campeggiavano i sondaggi geognostici, riporta un comunicato che riprende molte delle parole d’ordine del movimento valsusino. In un passaggio Anonymous denuncia come il mantra dello “sviluppo economico”, ripetuto fino alla nausea dalle lobby SiTav, nasconda in realtà la volontà di realizzare un’opera tanto dannosa per la salute e l’ambiente della Val Susa quanto proficua per le tasche di banche e ditte appaltatrici. Portafogli gonfi per pochi sulla pelle di molti. Prosegui la lettura »

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#UKriot! Cyberinsorti ed hacker contro la polizia diffusa

“If you see a brother… SALUT! If you see a fed… SHOOT!”: questo il monito infuocato di uno dei tanti messaggi rimbalzati nei giorni scorsi tra le messaggerie della Londra in sommovimento.

 

Di pari passo col dilagare della sommossa nel tessuto metropolitano, da Peckham ad Oxford Circus, da Croydon ad Hackney, i quartieri londinesi si trasformavano in hashtag di Twitter; e con l’estensione dei disordini al resto del Regno i #tottenhamriots divenivano #londonriots fino ad ingigantirsi in #ukriots. Una cassa di risonanza enorme per gli insorti che hanno sfidato l’apparato altamente specializzato della MET, la polizia metropolitana in grado di contare sul panopticon orwelliano delle CCTV – le onnipresenti telecamere a circuito chiuso che fanno del regno insulare uno dei paesi più sorvegliati al mondo – e sul sistema cifrato di radiotrasmissione Airwave.

 

Ma il cuore dell’organizzazione e del coordinamento delle azioni è stato il servizio di messaggistica gratuito BBM (BlackBerry Messenger, che gira esclusivamente sullo smartphone dell’azienda canadese RiM, uno dei più diffusi tra i teenager d’oltremanica),  la cui natura privata e pseudoanonima ha reso difficile l’opera di contrasto ai disordini; con lo scambio di informazioni e coordinate che avveniva attraverso messaggi individuali e “broadcast” da uno a molti, ripubblicati solo parzialmente o successivamente sugli altri social network.

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Anonymous non da tregua a Vitrociset

Altre grane per la multinazionale italiana della difesa. Sullo sfondo una situazione economica tutt’altro che rosea, il mercato della sicurezza ICT, i suoi attori e la sua posta in palio.

Sono state giornate frenetiche, avvicendatesi tra chat, blog e darknet, quelle intercorse tra la «dissociazione» di Anonymous dall’attacco al CNAIPIC e l’ormai noto defacciamento del sito di Vitrociset che tanta risonanza ha avuto sia nelle blogosfera nazionale sia nei maggiori organi di informazione (che hanno ripresa la notizia solo 48 ore dopo).

Il primo atto va in scena venerdì 29 luglio. Qualcuno prende il controllo del blog ufficiale di Anonymous Italia cancellandone tutti i contenuti in esso presenti. Sulla bacheca rimangono solo alcuni frammenti di conversazione estrapolati dalla chat che è da sempre luogo di incontro degli hacktivisti. Le parole riportate sembrerebbero indicare un coinvolgimento del network degli anonimi italiani nell’attacco al CNAIPIC. Ma “medium is the message” ed il significato è chiaro. L’intenzione è quella di smentire il comunicato diramato mercoledì 27 agosto con cui Anonymous prendeva le distanze dall’attacco al Centro Nazionale Anticrimine Infromatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche. Se poi questa smentita arrivi dall’interno della comunità di Anonymous o per opera di un attore esterno non ci è dato saperlo. Comunque sia andata l’obbiettivo viene pienamente raggiunto: Anonymous Italia e LulzSec nel loro canale di chat indicano come loro nuovo blog lo stesso in cui stanno continuando le pubblicazioni dei leak del CNAIPIC. L’assunzione di responsabilità (diretta o indiretta) sembra essere confermata. Prosegui la lettura »

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Anonymous e LulzSec fanno breccia nelle difese del CNAIPIC

#antisec. Con questo hashtag è stato battezzato l’attacco, senza precedenti in Italia, portato a termine contro il CNAIPIC ( il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche ) e rivendicato congiuntamente da LulzSec ed Anonymous.

Con un comunicato che ha il sapore della beffa, i due gruppi hanno dichiarato di aver violato i server di una delle infrastrutture informatiche più sensibili della polizia italiana. Gli hacker protagonisti dell’intrusione affermano di aver in mano 8 GB di documenti riservati che dimostrerebbero il coinvolgimento della task force dei cyber poliziotti in «operazioni illegali con la cooperazione di agenzie di intelligence straniere e varie oligarchie» economiche . Rispetto alle azioni portate avanti negli ultimi mesi (che avevano visto nella quasi totalità dei casi il dispiegamento di attacchi DDOS contro siti istituzionali e di aziende private) si tratta di oggettivamente di un salto di qualità. Prosegui la lettura »

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#SidiBouzid vs Ammar404: censorship #fail !

Non conosce soste la guerra che in queste ore si sta combattendo senza esclusione di colpi sugli stream dei network globali e nord africani. Uno scenario convulso, terribile ed allo stesso tempo affascinante  che mette a nudo come le suggestioni cyberpunk dei romanzi di William Gibson, non siano più semplicmente una categoria letteraria, frutto di una mente geniale nella sua capacità di scrutare fra le pieghe di un futuro di la a venire, ma entrino a pieno titolo nella declinazione odierna e presente delle categorie del conflitto.

Sullo scacchiere tunisino si stanno muovendo in queste ore diversi giocatori che, studiandosi a vicenda, provano a chiudere la partita. Obbiettivo: il controllo della rete di comunicazione internet tunisina e la narrazione di fronte al mondo della sanguinosa rivolta che da ormai 10 giorni infiamma lo stato nord africano e ne fa tremare i vertici del regime.

Il sistema di censura Ammar404 (soprannominato come l’ex-ministro dell’interno responsabile della preparazione del Summit sulla Società dell’Informazione tunisino del 2005) che, ormai è evidente, era stato predisposto con cura già da diversi mesi dalle autorità di Tunisi per tenere sotto controllo una popolazione sempre maggiormente informatizzata, sembra però avere grosse difficoltà a contenere effettivamente il flusso di comunicazioni che poco alla volta sta travolgendo le barriere appositamente poste a recinto dell’infosfera tunisina. Ma andiamo con ordine. Prosegui la lettura »

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