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Il declino dello smart /soft power della Casa Bianca: quando a crollare è l’ideologia liberale della rete.

Relazione meeting “Contropotere nella crisi” Bologna 13 – 14 Ottobre

Abbiamo costruito questa relazione con l’intento di socializzare in un ambito il più possibile allargato una serie di indicazioni di orientamento politico-culturale arrivateci dagli ultimi due anni di mobilitazioni globali.

La rivoluzione tunisina, quella egiziana, il movimento #15M ed anche quello NoTav hanno messo al centro di un mondo in crisi l’attualità della rivoluzione, delle sue pratiche ma anche delle sue parole. In questo senso hanno anche ribadito la centralità di saper agire la dimensione comunicativa nei conflitti odierni, individuando in essa, ed in particolar modo nella rete (ma non solo), un campo di battaglia dove colpire per disarticolare quelle tecnologie politiche, quelle narrazioni e quei dispositivi retorici che legittimano le politiche di austerità e che, per utilizzare una metafora, sono le piattaforme, le rampe di lancio da cui partono le operazioni di aggressione neoliberista ai territori.

Social media, ambienti di comunicazione elettronica e piattaforme globali di comunicazione hanno messo a nudo tutta la loro ambivalenza, provocando così una torsione dell’immaginario: non solo formidabili dispositivi di cattura della cooperazione sociale e del valore prodotto in rete – grazie ai quali il tempo di lavoro si dilata fino a sovrapporsi perfettamente con il tempo della vita – ma anche luoghi dove sono andati dispiegandosi una pluralità di processi di soggettivazione ed organizzazione dei movimenti globali. Nessun medium ovviamente è sufficiente tout court alla complessità di un processo di organizzazione rivoluzionaria ma allo stesso tempo non esiste organizzazione senza identità, e non esiste identità senza processi di comunicazione, rappresentazioni condivise ed un accumulo di memoria storica delle lotte. Prosegui la lettura »

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Battono in ritirata le lobby del copyright. Netwar ultimo atto?

«SOPA e PIPA minerebbero l’architettura fondamentale di Internet» ha detto il professor James Boyle della Duke University. Ed ha certamente ragione. Non a caso ieri Massimo Gaggi sul Corriere della Sera segnalava l’ironia dei quotidiani cinesi sulla realizzazione delle barriere censorie che l’approvazione di queste leggi comporterebbe. C’è poco da stare allegri a dirla tutta. Se per qualche (improbabile) motivo lo Stop Piracy Online Act ed il Protect IP Actandassero in porto, pur nelle loro versioni edulcorate rispetto a quelle inizialmente proposte alla Camera ed al Senato statunitensi, assisteremmo ad un progressivo stravolgimento di Internet per come fino ad oggi l’abbiamo conosciuta in Occidente.

L’identità di Internet – ormai dovremmo saperlo – è qualcosa di contingente e la trasformazione dei suoi connotati principali (come appunto l’architettura) è in grado di alterare le pratiche di comunicazione sociale che la attraversano.

E allora? Allora le battaglie contro SOPA e PIPA sono battaglie giustissime, sacrosante, da vincere assolutamente. Almeno in una prospettiva tattica. Ma per favore non raccontiamoci che si tratta di battaglie per la libertà di parola e tanto meno per mantenere quelle condizioni di apertura che hanno reso Internet la più grande agorà nella storia dell’umanità. Il rischio è di passare dalla padella alla brace senza nemmeno rendersene conto. Prosegui la lettura »

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2 Commenti

The lobbies of copyright flee. Netwar, final showdown?

Original article in Italian

 

SOPA and PIPA “undermine the internet’s fundamental architecture” professor James Boyle of Duke University said. And he is certainly right. Not by chance yesterday Massimo Gaggi on the Corriere della Sera reported the sarcasm of Chinese newspapers towards the implementation of the censorious barriers entailed by the approval of these bills. There is little space for rejoicing, to say it all. If by any (unlikely) mean the Stop Piracy Online Act and the Protect IP Act would succeed, even in their watered-down versions – against those initially proposed in US House of Representative and Senate – we would be witnessing a steady twist of the Internet as we knew it in the West.

The identity of the Internet – we should know it by now – is something temporary and the transformation of its main features (as, precisely, its architecture) is able to twist the practices of social communication that run through it.

And so what? The battles against SOPA and PIPA are most righteous ones, sacrosanct, to be absolutely won. At least in a tactical perspective. But please, let’s not picture these as battles for freedom of speech and, even less, to preserve those conditions of openness that turned Internet into the biggest agora in the history of mankind. The risk here is to jump out of the frying pan into the fire, without even realizing it. Prosegui la lettura »

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