Il sito del New York Times nelle mani del Syrian Electronic Army


Gli hacker filo siriani hanno colpito il sito del quotidiano statunitense, quello di immagini twimg.com ed il dominio britannico di Twitter. Minacciate ritorsioni anche contro l’Huffington Post.

Syrian-Electronic-Army-The-ShadowNella notte prime avvisaglie di guerra sul fronte siriano. Teatro delle ostilità, la rete. A calcare la scena il Syrian Electronic Army che poco dopo le 23 ha annunciato di aver preso possesso del dominio twitter.co.uk e di averlo messo off-line (anche se secondo alcuni commenti non verificati si tratterebbe di una bufala). Quel che invece è certo è che pochi minuti dopo un altro clamoroso colpo è stato effettivamente messo a segno dal gruppo hacker. A finire nel mirino uno dei siti più letti al mondo: quello del New York Times. Il sito del quotidiano statunitense è stato messo fuori uso e l’incursione rivendicata con un messaggio («Hacked by SEA») lasciato in bella mostra nella sua homepage prima che questa diventasse irraggiungibile. Non è chiaro quale tecnica sia stata utilizzata per prendere il controllo dei server del giornale ma quanti provavano ad accedervi venivano automaticamente rediretti ad un indirizzo IP di provenienza russa. L’attacco è stato confermato dallo stesso New York Times: inizialmente con un tweet che riferiva di generiche «difficoltà tecniche» ed in un secondo momento da un articolo di Christian Haughney. I dipendenti del Times sarebbero stati inoltre costretti ad interrompere l’invio di email per evitare che informazioni sensibili potessero finire nelle mani degli hacker pro Assad. In tutto il periodo del blackout il NYT ha però continuato a pubblicare notizie su una versione minimale del sito. Mentre la notizia balzava in cima alla lista dei trending topics globali è arrivato l’ultimo colpo di scena: intorno all’una, il SEA ha dichiarato di aver preso il controllo del sito di immagini twimg.com (anch’esso di proprietà di Twitter) ed ha minacciato ritorsioni contro l’Huffington Post.Non è la prima volta che il SEA si rende protagonista di azioni tanto eclatanti: Washington Post, Telegraph ed Al Jazeera sono solo alcuni degli obbiettivi finiti sulla sua lista. La sua operazione più celebre porta però la data del 23 aprile di quest’anno: allora, dopo aver violato l’account twitter dell’Associated Press, gli hacker avevano diffuso la (falsa) notizia di due esplosioni verificatesi alla Casa Bianca in cui era stato coinvolto anche il presidente Barack Obama. A farne le spese gli indici di Wall Street, crollati a picco dopo la diffusione della notizia.

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