Articoli con tag anonymous

Dax vive e dice “Tango Down!”. Anonymous oscura altri siti neofascisti

Per qualcuno la giornata di lotta del 16 marzo comincia prima. È notte fonda ma nessuno sembra dormire nei canali di Anonymous Italia quando tre attacchi DDOS, coordinati e simultanei, vengono lanciati contro altrettanti siti: prima quello di Forza Nuova, poi è il turno di Lealtà ed Azione ed inifine tocca a Fiamma Tricolore. I monitor diventano neri e uno dopo l’altro i sever sono resi inaccessibili. Il 16 marzo 2013 Dax vive e dice “Tango Down!”

A nemmeno cinque giorni dall’operazione che aveva mandato off-line il sito di Casa Pound Italia, non lasciandone più traccia nel web, Anonymous è tornata a farsi sentire. E quanti, nell’entusiasmo che aveva circondato il successo dell’azione di lunedì 11 marzo, avevano richiesto di allargare il range degli obbiettivi da colpire, non possono che ritenersi soddisfatti. Detto, fatto. Ed a poche ore dalla manifestazione nazionale che vedrà le strade di Milano ricordare Davide Cesare, altri tre portali dell’arcipelago neo-fascista sono colati a picco. Prosegui la lettura »

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Anonymous Italia chiude il sito di CasaPound

I siti dei fascisti si chiudono con gli attacchi Ddos. O almeno così sembra pensarla Anonymous Italia che dalle 15 di ieri pomeriggio ha reso irraggiungibile e messo fuori uso il sito di Casapound Italia. L’azione è stata rivendicata in serata sul blog ufficiale del gruppo di hacktivisti.

«CasaPound Italia DEVE chiudere» recita il comunicato apparso su anon-news.blogspot.it. Ed i senza volto della rete con questa operazione hanno voluto dare un contributo per raggiungere l’obiettivo. L’organizzazione neo-fascista viene messa sotto accusa per le pratiche«razziste, omofobe ed antisemite» che si celano dietro a slogan di facciata come «estremo centro alto» o «nè rossi, ne neri, ma liberi pensieri». Ed anche per la «ferocia» di cui i suoi esponenti si sono macchiati negli ultimi anni. Nel testo apparso sul portale vengono ricordati i fatti del dicembre 2011 quando a Firenze due senegalesi vennero assassinati a colpi d’arma da fuoco (ed altri tre vennero feriti) da Gianluca Casseri, membro del partito di estrema destra che fa capo a Gianluca Iannone. O ancora le indagini condotte dalla procura di Napoli del gennaio di quest’anno, da cui è emerso come gli appartenenti alla sezione locale di CPI stessero preparando alcuni attentanti incendiari contro negozianti di origine ebrea. «Troppo sangue è sgorgato per mano fascista»afferma Anonymous Italia, che nel comunicato cita anche l’assasinio di Davide “Dax” Cesare, militante antifascista ucciso a Milano il 16 marzo 2003, la cui figura verrà ricordata proprio questo sabato con una grande manifestazione nazionale che attraverserà il capoluogo lombardo. Non mancano infine aperte polemiche verso la compagine istutuzionale, accusata di connivenza, copertura e finanziamento degli autoproclamatisi “fascisti del terzo millenio”. Prosegui la lettura »

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Pillar of Defense chronicles: Anonymous e l’OpIsrael

La minaccia di Israele di gettare Gaza nel blackout informativo. La sfera pubblica dei social media intossicata dal “Reality Distorsion Field” di Tel Aviv. Anonymous prende posizione a fianco della Palestina e reagisce mettendo sotto attacco un’ampia porzione dello spazio digitale israeliano. L’ultima parte di “Pillar of Defense chronicles” con le interviste agli ed alle hacktivist* che hanno partecipato ad #OpIsrael.

Vedi la seconda parte di Pillar of Defense chronicles: IDF SpokesPerson

 

Pagina #OpFreePalestineReloaded – Facebook – Internet – Tempo asincrono

432327_376601849098260_1337827588_n Il principio è la separazione

la segregazione

distanze che dividono persone

prigioni a cielo aperto di un cielo senza stelle

usciamo allo scoperto scivolando sotto pelle…

Signor K in “La Machine” con Première Ligne e Les Evadés

Lo streaming di Radio Anonops, la web radio che da diversi mesi fa da colonna sonora alle imprese degli Anonymous di tutto il mondo, lancia a palla le rime del Signor K mentre l’#OpIsrael è in pieno svolgimento sullo spazio digitale israeliano. Scelta azzeccata quella del dj dietro alla console: un pezzo da battaglia, interpretato da un dreamteam di emcees internazionali, che scagliano rime come pietre, muovendosi in un’atmosfera dal sapore epico. Su un tappeto musicale intessuto con batterie, archi e piatti gli idiomi si intrecciano e disegnano la trama di cento scontri e cento ferite inferte e subite. Esattamente come accade sulla pagina Facebook #OpFreePalestineReloaded: un quadratino di byte del giardino recintato di Mark Zuckerberg, dove il tempo viene battuto dall’applet di un orologio digitale che segna i minuti mancanti all’apertura delle ostilità contro le infrastrutture comunicative israeliane. Quando, giovedì 15 novembre, le lancette del countdown si sono fermate, migliaia di Anonymous in tutto il mondo hanno dato il via alle danze con un numero incalcolabile di attacchi ed incursioni. A finire nel mirino sono alcuni network veramente tosti, come quelli che veicolano i messaggi dell’esercito e delle istituzioni di Tel Aviv. Prosegui la lettura »

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Pillar of Defense chronicles: Gaza Youth Breaks Out!

A meno di un mese dalla fine dell’ultima aggressione israeliana a Gaza proponiamo “Pillar of Defense chronicles”. Tre pagine Facebook: quella dei Gaza Youth Breaks Out, quella dell’esercito israeliano e quella di Anonymous #OpIsrael. Tre fuochi narrativi incrociati per raccontare la guerra d’informazione ai tempi di internet. La seconda parte verrà pubblicata lunedi 24 dicembre.

15983_433866030012164_1669407920_nUn luogo comune è uno spazio linguistico e culturale dove convergono banali ovvietà che il gruppo sociale scambia per compattarsi ed aumentare il livello di empatia reciproco: come davanti ad un fuoco, riunirsi attorno ad una parola o ad una frase condivisa scalda l’animo e rende più vicini. Il panorama di una guerra è punteggiato di posti di questo genere: tanti piccoli falò – se ne vedono a perdita d’occhio – brulicanti di individui che li alimentano con certezze leggere come cenere. Uno dei più frequentati è quello dove si racconta che sotto le bombe la prima a lasciarci le penne sia sempre la verità. Tuttavia a guardare lo svolgimento dell’operazione Pillar of Defense, verrebbe da replicare che se col termine si intende sbrigativamente ricorrere ad un sinonimo di realtà, allora nel bollettino di morti e feriti (o “casualties” per dirla con l’asettico e rassicurante corrispettivo anglofono) non troveremo nessuna vittima chiamata Verità. La verità è semmai un fronte dello campo di battaglia. Uno dei più importanti. Prosegui la lettura »

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AntiSecIta affonda poliziadistato.it

Anonymous ancora contro la polizia italiana. Questa volta però non si è trattato di un attacco DDOS o del defacciamento del sito ufficiale delle forze dell’ordine. Con l’operazione denominata “#AntiSecIta” il network di attivisti ha mirato più in alto. Ed il bersaglio è stato colpito.

 

altQuesta notte circa 3500 documenti confidenziali della polizia di stato sono stati resi pubblici da Anonymous Italia. Nel complesso si tratta di più di un gigabyte di dati archiviati, classificati e resi consultabili on line anche su Paranoia, la piattaforma internazionale di whistleblowing lanciata quest’estate da Anonymous. Una discolsure in piena regola, avvenuta in seguito alla violazione dei server delle forze dell’ordine. Almeno stando a quanto sostenuto dagli hacktivisiti. In un comunicato pubblicato sul blog ufficiale di Anonymous Italia, i senza volto sbeffeggiano apertamente i sistemi di sicurezza della polizia: «Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro». Prosegui la lettura »

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L’Ecuador dice si all’asilo politico per Assange. È scontro con Londra

Si respira un clima da resa dei conti intorno all’ambasciata ecuadoregna a Londra. Al numero tre di Hans Crescent una miscela esplosiva di colpi di scena potrebbe far scoppiare una crisi diplomatica senza precedenti. Ad accendere la miccia è ancora lui, l’uomo più ricercato del mondo: Julian Assange.

 

altLe voci si rincorrevano da giorni ormai. Dopo aver trascorso quasi due mesi barricato nell’ambasciata ecuadoregna a Londra, le acque cominciavano a muoversi e Julian Assange stava per prendere il largo. Tutto lasciava presagire che Rafael Correa, presidente del piccolo stato sud americano, fosse intenzionato a concedere l’asilo politico al leader di Wikileaks. Una soluzione intentata per salvarlo dalle accuse di abuso sessuale – mossegli da un tribunale di Stoccolma – e dalla spada di Damocle dell’estradizione negli Stati Uniti, dove lo attende un processo per spionaggio ed una probabile condanna a morte. Alle ore 14 italiane la notizia diventa ufficiale. Il ministro degli esteri Ricardo Patino in una drammatica conferenza stampa conferma l’asilo politico per l’ex hacker australiano. Ma Londra non ci sta e decide di mettersi di traverso. Prosegui la lettura »

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