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Keep calm and enjoy 19o (parte 2 e 3)
Continuiamo l’analisi della tenuta mediatica del #19o (qui la prima parte). L’ipotesi di un blocco delle reti cellulari (e della connettività internet mobile) ventilata dai media mainstream a poche ore dal corteo ha rappresentato una forma di sottile minaccia diretta nei confronti di quanti si apprestavano a parteciparvi. Per quali ragioni? Quali meccanismi psicologici avrebbe dovuto attivare? A quale dimensione cognitiva faceva riferimento? Quali ricadute avrebbe potuto avere sull’andamento della giornata? Nei prossimi giorni pubblicheremo la terza parte, analizzando un caso specifico di panico distribuito ingeneratosi su Twitter la mattina del #19o.
Buona lettura.
«Ue! Ciao! … ma a te va il cellulare?»
Piazza S. Giovanni in Monte, Roma, 18 ottobre 2013, h:22.00
18 ottobre. É da poco passato mezzogiorno quando diverse testate on line (tra cui il Corriere della Sera Roma, il Tempo ed il Giornale) cominciano a far filtrare dalle loro colonne una notizia: i tecnici delle forze dell’ordine sarebbero al lavoro per isolare le celle di telefonia mobile dislocate lungo il tragitto del corteo che il giorno successivo attraverserà la capitale. Lo scopo di questa misura sarebbe quello di impedire che non meglio precisati «gruppi di violenti» possano utilizzare smartphone e telefoni portatili per coordinarsi tra di loro ed attaccare la polizia durante la manifestazione. Nonostante la voce non venga confermata da alcuna fonte ufficiale (ed anzi in serata verrà seccamente smentita dalla questura di Roma) poco alla volta prende piede e comincia a diffondersi in rete e su alcune radio. Prosegui la lettura »
Pillar of Defense chronicles: Anonymous e l’OpIsrael
La minaccia di Israele di gettare Gaza nel blackout informativo. La sfera pubblica dei social media intossicata dal “Reality Distorsion Field” di Tel Aviv. Anonymous prende posizione a fianco della Palestina e reagisce mettendo sotto attacco un’ampia porzione dello spazio digitale israeliano. L’ultima parte di “Pillar of Defense chronicles” con le interviste agli ed alle hacktivist* che hanno partecipato ad #OpIsrael.
Vedi la seconda parte di Pillar of Defense chronicles: IDF SpokesPerson
Pagina #OpFreePalestineReloaded – Facebook – Internet – Tempo asincrono
Il principio è la separazione
la segregazione
distanze che dividono persone
prigioni a cielo aperto di un cielo senza stelle
usciamo allo scoperto scivolando sotto pelle…
Signor K in “La Machine” con Première Ligne e Les Evadés
Lo streaming di Radio Anonops, la web radio che da diversi mesi fa da colonna sonora alle imprese degli Anonymous di tutto il mondo, lancia a palla le rime del Signor K mentre l’#OpIsrael è in pieno svolgimento sullo spazio digitale israeliano. Scelta azzeccata quella del dj dietro alla console: un pezzo da battaglia, interpretato da un dreamteam di emcees internazionali, che scagliano rime come pietre, muovendosi in un’atmosfera dal sapore epico. Su un tappeto musicale intessuto con batterie, archi e piatti gli idiomi si intrecciano e disegnano la trama di cento scontri e cento ferite inferte e subite. Esattamente come accade sulla pagina Facebook #OpFreePalestineReloaded: un quadratino di byte del giardino recintato di Mark Zuckerberg, dove il tempo viene battuto dall’applet di un orologio digitale che segna i minuti mancanti all’apertura delle ostilità contro le infrastrutture comunicative israeliane. Quando, giovedì 15 novembre, le lancette del countdown si sono fermate, migliaia di Anonymous in tutto il mondo hanno dato il via alle danze con un numero incalcolabile di attacchi ed incursioni. A finire nel mirino sono alcuni network veramente tosti, come quelli che veicolano i messaggi dell’esercito e delle istituzioni di Tel Aviv. Prosegui la lettura »
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