Kim Schmitz, Jimbo Wales, Steve Wozniak e la lex mercatoria di Internet

È di questi giorni la notizia che Kim “Dotcom” Schmitz, pasciuto imprenditore e fondatore di Megavideo, torna on-line. Passata la bufera di gennaio, che, a ridosso del primo sciopero di internet, aveva sepolto sotto una coltre di ordinanze di sequestro la piattaforma di videosharing più popolare al mondo, si fa primavera. Anzi estate, e la temperatura si alza anche in rete. Occhiali scuri di ordinanza, dito medio bello in vista e dalle coste della Nuova Zelanda, dove l’ex-hacker tedesco ha posto la sua residenza, viene rilanciato il progetto momentaneamente accantonato dopo il raid dei man in black dell’FBI: Megabox, «un sito che presto permetterà agli artisti di vendere le proprie creazioni direttamente agli acquirenti e consentirà loro di tenere per sè il 90% degli introiti». Un annuncio battuto dalla grancassa retorica della liberazione tecno-utopista – «Venghino lor signori, artisti, bardi e menestrelli venghino! Liberatevi dalle catene e dall’oscurantismo dei signori della discografia!» – e che segna l’inizio di una competizione sul terreno delle major: quello della distribuzione.  Prosegui la lettura »

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Yes we Kony! (parte 2)

Intrattenimento sensazionalista per stomaci forti? Un disgustoso spettacolo dai toni neocolonialisti? O una nuova forma di attivismo globale? Kony 2012 è in realtà la grande celebrazione di un comune fondato sull’ideologia neoliberista della Silicon Valley.

 

Sull’inconsistenza delle critiche a Kony 2012

 

«Ho una mentalità così americana, che dovevo fare qualcosa»
Taylor Forman, uno studente dell’ultimo anno presso la Broad Run High School di Ashburn dopo aver visto il video di Kony 2012

altSecondo molti commentatori le cause del successo di Kony 2012 sarebbero da ricercare principalmente nel forte contenuto emozionale che lo contraddistingue. Finito al centro di roventi polemiche, il mediometraggio della Invisible Children (IC) è stato bollato a fasi alterne di gretto sensazionalismo o sottile razzismo (o entrambe le cose) per come ha rappresentato la realtà ugandese. Se si considerano però quelle che sono le retoriche, i dispositivi narrativi, le tecnologie ed i discorsi comunemente adoperati nella rappresentazione umanitaria della vittima [1] all’interno del panorama mediale contemporaneo, ci si rende conto di quanto queste polemiche non siano state in grado di cogliere quelli che sono i veri e più significativi tratti che caratterizzano ed articolano il messaggio della campagna “Stop Kony”. Prosegui la lettura »

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Yes we Kony! (parte 1)

Kony 2012 è un mediometraggio prodotto dall’ONG Invisible Children e immesso sulle piattaforme comunicative globali il 5 marzo 2011. Il proposito di questo video è quello di attirare attenzione sull’esistenza e le attività del Lord Resistence Army, una formazione guerrigliera ugandese guidata da Joseph Kony ed attiva nello stato centrafricano fin dal 1986. Il video, con più di cento milioni di visualizzazioni in meno di un mese, è stato un successo su scala planetaria, fino a diventare il più grande fenomeno virale della storia di Internet. Ad un mese dalla sua pubblicazione, ed a pochi giorni dal rilascio della sua seconda parte, cominciamo a condividere su Infoaut una serie di riflessioni con cui inquadrare questo evento.

 

In un suo recente intervento su “Internazionale” («La strada dell’inferno è lastricata di video») il giornalista statunitense David Rieff, facendosi interprete di una critica largamente diffusa in merito al fenomeno Kony 2012, ha sostenuto che il video, girato dall’attivista dell’ONG Invisible Children (IC) Jason Russell, sia una «visione puerile del mondo», «non dica la verità» e pecchi di un eccesso di semplificazione. Prosegui la lettura »

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Anonymous, terzo round contro la Tav. Monti e Cancellieri al tappeto

Altre due tacche aggiunte al pallottoliere. Un altro colpo messo a segno da Anonymous e la lotta contro l’alta velocità sembra non conoscere soste neanche in rete. A farne le spese questa volta sono stati nomi pesanti. Per diverse ore nel tardo pomeriggio di ieri, i siti web del governo italiano e del ministero degli interni sono stati mandati in crash e resi inaccessibili al pubblico. Preceduta dal consueto tam tam su Twitter e social network, in serata è arrivata puntuale la rivendicazione dell’azione. A fare da firma in calce al comunicato una sola lettera: V.

Obbiettivi e tempi di quest’ultima operazione non sono affatto casuali. La scelta degli hacktivisti di attaccare i portali internet di Palazzo Chigi e del Viminale arriva proprio mentre il popolo No Tav chiude la sua intensa settimana di lotta tagliando le reti intorno al cantiere. Ma arriva sopratutto a poche ore dal termine del super vertice ministeriale di sabato, convocato per cercare una via d’uscita dallo stallo valsusino in cui il governo sembra essersi impantanato nell’ultima settimana. E proprio le decisioni varate dal duo Monti-Cancellieri – la conferma della linea dura sulla TAV e l’ipotesi di introdurre nuove norme penali create ad hoc per contrastare la lotta contro i cantieri dell’alta velocità – sembrano aver suscitato le ire degli anonimi che definiscono come “tipico di uno stato fascista” l’uso di “leggi persecutorie per sedare le proteste e i dissensi popolari o politici”. Una macroscopica evidenza di cui ben pochi sembrano però essersi accorti. Sopratutto all’interno della “liberalissima” compagine mediatica italiana, invitata da Anonymous a concentrare una maggiore attenzione “su questi gravi problemi”. Prosegui la lettura »

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Val di Susa chiama, Anonymous risponde. Fuori uso i siti istituzionali del Piemonte

La parola d’ordine lanciata la sera prima dall’assemblea di Bussoleno, dopo la mattanza ordita da Polizia e Carabinieri contro i manifestanti No Tav sullo svincolo della A32, era una: bloccare tutto in tutta Italia. Se la sfida è stata raccolta e brillantemente portata a termine da molte delle città della penisola, in rete qualcuno non ha voluto essere da meno. Nel pomeriggio di ieri infatti Anonymous ha attaccato simultaneamente almeno una decina di siti istituzionali piemontesi, rimasti off-line per diverse ore.

Alle 18 in punto, quando ancora molte piazze si preparavano ad invadere tangenziali, stazioni ferroviarie ed autostrade, il network di hacktivisti è entrato in azione puntando il mirino su una molteplicità di obbiettivi, come i portali web del comune di Torino, della regione Piemonte e molti altri ancora, congestionandone i server ed impedendovi l’accesso. Prosegui la lettura »

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Anonymous a fianco di Luca e della Val Susa. Attaccati i siti di polizia e carabinieri

La straordinaria mobilitazione di decine di città italiane in solidarietà alla Val di Susa dopo i gravissimi fatti della mattinata, ha trovato una sponda anche in rete. Mentre la circolazione ferroviaria su tutto il territorio nazionale andava in tilt dopo l’occupazione di alcuni snodi vitali (come le stazioni di Roma e Bologna) Anonymous attaccava i siti www.poliziadistato.it e www.carabinieri.it bloccandoli fino a notte. Obbiettivi senz’altro ghiotti, il cui abbattimento ha suscitato entusiasmo tanto nei social network quanto nelle piazze dove è stata data comunicazione della notizia.

Il primo colpo (contro il sito della polizia) è stato messo a segno intorno alle ore 18.30 mentre un’ora e mezza più tardi, quando ancora molti cortei erano in movimento su tutto il territorio nazionale e puntavano al blocco delle stazioni dei treni, migliaia di connessioni hanno congestionato i server dei carabinieri. Prosegui la lettura »

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