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Yes we Kony! (parte 2)

Intrattenimento sensazionalista per stomaci forti? Un disgustoso spettacolo dai toni neocolonialisti? O una nuova forma di attivismo globale? Kony 2012 è in realtà la grande celebrazione di un comune fondato sull’ideologia neoliberista della Silicon Valley.

 

Sull’inconsistenza delle critiche a Kony 2012

 

«Ho una mentalità così americana, che dovevo fare qualcosa»
Taylor Forman, uno studente dell’ultimo anno presso la Broad Run High School di Ashburn dopo aver visto il video di Kony 2012

altSecondo molti commentatori le cause del successo di Kony 2012 sarebbero da ricercare principalmente nel forte contenuto emozionale che lo contraddistingue. Finito al centro di roventi polemiche, il mediometraggio della Invisible Children (IC) è stato bollato a fasi alterne di gretto sensazionalismo o sottile razzismo (o entrambe le cose) per come ha rappresentato la realtà ugandese. Se si considerano però quelle che sono le retoriche, i dispositivi narrativi, le tecnologie ed i discorsi comunemente adoperati nella rappresentazione umanitaria della vittima [1] all’interno del panorama mediale contemporaneo, ci si rende conto di quanto queste polemiche non siano state in grado di cogliere quelli che sono i veri e più significativi tratti che caratterizzano ed articolano il messaggio della campagna “Stop Kony”. Prosegui la lettura »

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Yes we Kony! (parte 1)

Kony 2012 è un mediometraggio prodotto dall’ONG Invisible Children e immesso sulle piattaforme comunicative globali il 5 marzo 2011. Il proposito di questo video è quello di attirare attenzione sull’esistenza e le attività del Lord Resistence Army, una formazione guerrigliera ugandese guidata da Joseph Kony ed attiva nello stato centrafricano fin dal 1986. Il video, con più di cento milioni di visualizzazioni in meno di un mese, è stato un successo su scala planetaria, fino a diventare il più grande fenomeno virale della storia di Internet. Ad un mese dalla sua pubblicazione, ed a pochi giorni dal rilascio della sua seconda parte, cominciamo a condividere su Infoaut una serie di riflessioni con cui inquadrare questo evento.

 

In un suo recente intervento su “Internazionale” («La strada dell’inferno è lastricata di video») il giornalista statunitense David Rieff, facendosi interprete di una critica largamente diffusa in merito al fenomeno Kony 2012, ha sostenuto che il video, girato dall’attivista dell’ONG Invisible Children (IC) Jason Russell, sia una «visione puerile del mondo», «non dica la verità» e pecchi di un eccesso di semplificazione. Prosegui la lettura »

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