Articoli con tag agcom
«Sono legione, non cyberterroristi»
17 maggio. All’alba la Procura di Roma ed il CNAIPIC fanno scattare l’operazione “Tangodown” contro alcuni presunti membri di Anonymous Italia: 4 ragazzi finiscono agli arresti domiciliari, altri 6 vengono perquisiti mentre decine di computer ed una grande quantità di materiale informatico sono posti sotto sequestro dalle forze dell’ordine. Per tutti gli indagati le accuse sono le stesse: associazione a delinquere finalizzata al danneggiamento di sistemi informatici, interruzione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche, accesso abusivo a sistemi informatici. Nelle settimane successive la reazione di Anonymous non si fa attendere: uno stillicidio di attacchi colpisce prima il sito del tribunale di Roma, poi quelli dei sindacati di polizia SIULP e SAP. Infine viene messo a segno il colpo più ghiotto: a finire nel mirino degli hacktivisti è il ministero degli Interni, i cui server vengono violati ed i materiali trafugati pubblicati in rete. Basterebbe forse questo per smentire la versione ufficiale degli inquirenti che, a poche ore dagli arresti, già parlava di “decapitazione del vertice di Anonymous”. Eppure molti altri dubbi circondano l’operato degli investigatori: dal ricorso alla disciplina antiterroristica nei confronti degli attivisti fino alla contestazione del reato associativo che, se confermata in sede processuale, potrebbe costare agli imputati una pena dei tre ai sette anni di carcere. Infoaut ha deciso di vederci più chiaro ed ha intervistato l’avvocato Fulvio Sarzana, giurista ed esperto di diritto dell’informazione, che da più di dieci anni si occupa di tecnologie digitali e di internet. Prosegui la lettura »
Sceriffi della rete e cyber-ronde
Scritto da iff in Proprietà intellettuale, Sorveglianza il Settembre 22, 2011
In attesa del parere della Commissione Europea e della World Intellectual Property Organization (WIPO) sulla tanto discussa delibera AGCOM, in questi giorni è stata presentata in parlamento, da 19 deputati del Pdl tra cui Elena Centemero e Santo Versace , una proposta di legge “in materia di responsabilità e di obblighi dei prestatori di servizi della società dell’informazione e per il contrasto delle violazioni dei diritti di proprietà industriale operate mediante la rete interne”. Un disegno di legge identico a quello presentato in estate dal leghista Fava (alla faccia del diritto d’autore!).
Si tratta di 2 articoli che vanno a modificare rispettivamente gli art. 16 (Responsabilità nell’attività di memorizzazione di informazioni – hosting) e 17 (Assenza dell’obbligo generale di sorveglianza) del decreto legislativo n. 70 del 2003.
Nella prima parte si obbligano i provider a rimuovere e disabilitare l’accesso a risorse che violano il copyright o che promuovo il commercio di marchi contraffatti, ma a differenza della normativa odierna a poter “avvertire” il provider non sarà soltanto l’autorità competente ma “qualunque soggetto interessato ”. Utenti propensi alla censura che si trasformano in cyber-ronde al servizio del diritto d’autore. Tutto questo senza passare attraverso l’autorità giudiziaria e senza, di fatto, la necessità, né la possibilità, di controllare l’effettiva natura delle accuse prima di proseguire con la cancellazione, la disabilitazione o il blocco dell’accesso. Prosegui la lettura »
Crackdown su Anonymous Italia
Scatta all’alba di questa mattina la prima operazione di polizia contro Anonymous Italia. Oltre al sequestro di materiale informatico, sono 32 le perquisizioni effettuate in tutta la penisola e 3 le persone denunciate dalla Polizia Postale. A fare da corollario un’operazione mediatica in grande stile. Sui siti dei quotidiani on-line è il trionfo del sensazionalismo: i titoli che troneggiano in prima pagina riportano di reti smantellate, cellule smascherate, capi inchiodati alla sbarra.
Le fonti investigative citate, pur non facendo alcun riferimento ai reati specifici a carico degli accusati, giustificano l’intervento repressivo con la necessità mettere la parola fine agli “ingenti danni” causati dal gruppo negli ultimi mesi. Danni dei quali non viene fornito alcun dettaglio. Al CNAIPIC, il centro Nazionale Anticrimine Informatico, però mettono le mani avanti: «Nessuna volontà di perseguire reati di opinione o di mettere il “bavaglio alla rete”».
Sarà, ma i fatti ed il contesto in cui è maturato l’operato delle forze dell’ordine fanno pensare esattamente al contrario. Ovvero ad un deliberato attacco alla libertà di informazione ed espressione in rete. Prosegui la lettura »
“Server is too busy”! AGCOM travolta dalla protesta in rete
Sempre più serrato lo scontro in rete attorno all’approvazione prevista per il prossimo 6 luglio della delibera 668/2010 dell’AGCOM; una risoluzione che prevede, né più né meno, la messa dei contenuti del web italiano al vaglio del controllo dell’Agenzia – un organismo di nomina politica – e la facoltà di questa di oscurarli attraverso una semplice e rapida procedura amministrativa, senza nemmeno la foglia di fico del controllo e del dibattimento giudiziario. Citiamo infatti testualmente da Agoradigitale, uno dei primi siti a mobilitarsi contro il provvedimento:
“Se il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione di copyright su un qualunque sito (senza distinzione tra portali, banche dati, siti privati, blog, a scopo di lucro o meno) può chiederne la rimozione al gestore. Che, «se la richiesta apparisse fondata», avrebbe 48 ore di tempo dalla ricezione per adempiere. CINQUE GIORNI PER IL CONTRADDITTORIO. Se ciò non dovesse avvenire, il richiedente potrebbe, secondo la delibera ancora in bozza, rivolgersi all’Authority che «effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le parti da concludere entro cinque giorni», comunicandone l’avvio al gestore del sito o del servizio di hosting. E in caso di esito negativo, l’Agcom potrebbe disporre la rimozione dei contenuti. Per i siti esteri, «in casi estremi e previo contraddittorio», è prevista «l’inibizione del nome del sito web», prosegue l’allegato B della delibera, «ovvero dell’indirizzo Ip, analogamente a quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, o ancora per i casi di pedopornografia”.
Un ennesimo attacco ai diritti dei netizens, il cui rapido tentativo di implementazione nasconde la paura delle vecchie lobby dell’audiovisivo e della cricca politico-mediale al potere di vedere logorarsi la propria presa sulla produzione culturale e del consenso; in un momento storico in cui è forte il ruolo della rete come ambiente e catalizzatore di lotta politica, così come le domande di accesso ai contenuti digitali e di libera circolazione dell’informazione. E il fatto che si sia giocata la carta istituzionale di Corrado Calabrò (autentico dinosauro dell’amministrazione pubblica, dal 2005 sulla poltronissima dell’AGCOM) davanti alla debolezza dell’esecutivo ed alla difficoltà di far passare la manovra con i consueti strumenti del decreto legge (Pisanu e Gentiloni docet) è significativo in questo senso. Prosegui la lettura »
Ultimi commenti