Archivio Giugno 2011
#Notav on the battleground
Sono le prime luci dell’alba quando i lampi dei fuochi d’artificio squarciano il cielo terso delle Alpi Cozie. È il segnale che da settimane tutti attendevano. I mostri meccanici ed i legionari inviati dal ministro Maroni stanno entrando in azione. La popolazione locale, messa in stato d’allerta, sale sulle barricate. Freelance, inviati, hacktivisti, cameraman, redazioni di quotidiani, portali d’informazione, radio e televisioni si preparano ai posti di combattimento.
Comincia così la battaglia del 27 giugno contro l’apertura del cantiere per l’alta velocità. Il terreno di scontro non è solo quello che si inerpica ripido fra i vigneti ed i boschi della Maddalena di Chiomonte. È anche quello scosceso ed impervio della comunicazione.
In prima linea tra i lacrimogeni, come mai era successo in precedenza, smartphone, telecamere, pagine Facebook ed account Twitter. Ma anche SMS, telefonate e libere frequenze radiofoniche fanno il loro sporco lavoro nel documentare in tempo reale quanto accade sui prati della Libera Repubblica della Maddalena.
Un alveo di servizi internet “2.0” comincia a raccontare, con fotografie, filmati ed articoli, l’assedio delle forze dell’ordine alla popolazione della Val Susa. Catalizzano l’indignazione vibrante, che si leva dal Piemonte fino a Palermo, per quanto sta accadendo in valle: indignazione a cui nessuno che attraversi le piazze della rete lunedì mattina può rimanere immune, favorevole o contrario che sia alla TAV. I social network diventano anche strumenti collaborativi. Le segnalazioni, provenienti da diversi account twitter, rendono più semplice la mappatura delle iniziative di solidarietà che come funghi spuntano nelle città italiane. Prosegui la lettura »
“Server is too busy”! AGCOM travolta dalla protesta in rete
Sempre più serrato lo scontro in rete attorno all’approvazione prevista per il prossimo 6 luglio della delibera 668/2010 dell’AGCOM; una risoluzione che prevede, né più né meno, la messa dei contenuti del web italiano al vaglio del controllo dell’Agenzia – un organismo di nomina politica – e la facoltà di questa di oscurarli attraverso una semplice e rapida procedura amministrativa, senza nemmeno la foglia di fico del controllo e del dibattimento giudiziario. Citiamo infatti testualmente da Agoradigitale, uno dei primi siti a mobilitarsi contro il provvedimento:
“Se il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione di copyright su un qualunque sito (senza distinzione tra portali, banche dati, siti privati, blog, a scopo di lucro o meno) può chiederne la rimozione al gestore. Che, «se la richiesta apparisse fondata», avrebbe 48 ore di tempo dalla ricezione per adempiere. CINQUE GIORNI PER IL CONTRADDITTORIO. Se ciò non dovesse avvenire, il richiedente potrebbe, secondo la delibera ancora in bozza, rivolgersi all’Authority che «effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le parti da concludere entro cinque giorni», comunicandone l’avvio al gestore del sito o del servizio di hosting. E in caso di esito negativo, l’Agcom potrebbe disporre la rimozione dei contenuti. Per i siti esteri, «in casi estremi e previo contraddittorio», è prevista «l’inibizione del nome del sito web», prosegue l’allegato B della delibera, «ovvero dell’indirizzo Ip, analogamente a quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, o ancora per i casi di pedopornografia”.
Un ennesimo attacco ai diritti dei netizens, il cui rapido tentativo di implementazione nasconde la paura delle vecchie lobby dell’audiovisivo e della cricca politico-mediale al potere di vedere logorarsi la propria presa sulla produzione culturale e del consenso; in un momento storico in cui è forte il ruolo della rete come ambiente e catalizzatore di lotta politica, così come le domande di accesso ai contenuti digitali e di libera circolazione dell’informazione. E il fatto che si sia giocata la carta istituzionale di Corrado Calabrò (autentico dinosauro dell’amministrazione pubblica, dal 2005 sulla poltronissima dell’AGCOM) davanti alla debolezza dell’esecutivo ed alla difficoltà di far passare la manovra con i consueti strumenti del decreto legge (Pisanu e Gentiloni docet) è significativo in questo senso. Prosegui la lettura »
Censura contro le voci della lotta No Tav
Ieri mattina durante la seduta alla Camera, il deputato del PDL Agostino Ghiglia ha richiesto che Infoaut, Radio Black Out ed altri siti che in queste settimane stanno dando voce alla lotta della ValSusa vengano oscurati. Viene da pensare che il ministero dell’Interno abbia prontamente accolto le lagnanze dell’esponente del popolo delle libertà, se già ieri sera il profilo Facebook di Infoaut era stato temporaneamente sospeso. Motivo? “L’utente è registrato sotto falso nome”.
Questa improvvisa attenzione di Facebook per il rispetto delle policy in coincidenza con la mobilitazione NoTav puzza di gioco sporco. La verità è che i movimenti, quando mettono le mani sulla rete e ne fanno uno strumento di conflitto, fanno paura. Ed esattamente come in Tunisia, in Egitto o in Siria i governi li temono e giocano la carta della repressione e della censura sul web. Magari con l’accondiscendenza e la collaborazione di multinazionali come Facebook, sempre pronte a sbandierare il vessillo della libertà d’espressione per motivi di marketing e d’immagine, sempre prone alle richieste liberticide dei governi pur di conservare il loro pezzettino di mercato.
Tutto questo proprio a pochi giorni dall’entrata in vigore della normativa AGCOM, che darà il potere all’autorità garante della comunicazioni di rimuovere dal web qualsiasi sito italiano in cui siano presenti contenuti coperti da diritto d’autore o di inibirne l’accesso per i siti esteri. Verranno così annullate le già minime garanzie giurisdizionali che tutelano la libertà d’informazione in rete in Italia permettendo al potere di far piazza pulita delle voci scomode dell’infosfera italiana
Dunque dopo i lacrimogeni che hanno asfissiato la Val Susa ieri, adesso anche nel web italiano l’aria comincia a farsi irrespirabile. Ma le rivolte nord africane, la straordinaria insorgenza comunicativa che ha fatto da cornice alla battaglia della Maddalena e la mobilitazione diffusa in rete contro la normativa AGCOM ci insegna che più la censura stringe il pugno e più gli scivola la sabbia tra le dita.
Anonymous e LulzSec, assedio a Berlusconi ed al governo
Prefigurata da un video postato a fine maggio su Youtube e a seguire su Anonops-ita, è da tre giorni in corso una nuova fase di #opitaly. Stavolta ad essere presi di mira da parte dell’esercito silente degli Anonymous (affiancato per l’occasione da Lulzsec – crew hacker famosa per l’operazione #AntiSec con cui sono stati recentemente infiltrati database come quelli dell’FBI e della Polizia inglese, mettendone a nudo le vulnerabilità nonostante le cifre astronomiche messe a disposizione degli strumenti del controllo sociale) sono stati numerosi siti legati a Berlusconi ed al suo partito. Nella giornata di martedì sono stati resi infatti inagibili dapprima www.ilpopolodellelibertà.it e www.governoberlusconi.it (quest’ultimo di carattere non istituzionale, bensì di propaganda politica) e quindi, dato il successo dell’operazione, www.pdl.it, www.silvioberlusconifansclub.it e www.forzasilvio.it.
Nella giornata di mercoledì, in un virtuoso cortocircuito con le proteste dei precari davanti a Montecitorio, Anonymous Italia ha rilasciato un nuovo comunicato in cui si denunciava la violenza poliziesca mobilitata contro il presidio, e l’inaccettabilità degli insulti rivolti da Brunetta alla classe lavoratrice ed ai precari e dei tagli all’istruzione pubblica preannunciando il blocco del sito del Governo nelle ore successive. Promessa mantenuta giovedì pomeriggio, quando dopo le 16 è scattato un massiccio attacco DDOS dal basso che è riuscito a proclamare il fatidico “TANGO DOWN!” sul dominio governo.it, oscurato per quasi un’ora. Prosegui la lettura »
Que viva Anonymous!
Venerdì, di fronte a cameraman e fotografi, i dirigenti della polizia di Madrid sventolavano con aria compiaciuta le maschere di V, sequestrate nelle case di tre attivisti accusati di essere la “cupola” di Anonymous in Spagna. Secondo gli inquirenti negli ultimi mesi il trio avrebbe coordinato attacchi contro i governi di Egitto, Iran e Libia nonché contro la giunta elettorale nazionale in supporto al movimento #15m. Ma la soddisfazione delle autorità per aver sferrato un “colpo durissimo all’organizzazione“ è durata poco più di 24 ore. È stato questo infatti il breve lasso di tempo intercorso tra l’arresto dei tre e l’attacco informatico scatenatosi contro il sito della polizia iberica, rimasto irraggiungibile per circa tre ore, fino alle due di domenica mattina (ora italiana).
Preannunciato da un comunicato che minacciava ritorsioni («Ci avete dato la benzina, ora aspettatevi il fuoco») quello scagliato contro la pagina web www.policia.es è stato un classico DDOS in stile Anonymous, ovvero un corteo virtuale organizzato e coordinato tramite forum, social network e chat. Ed è stato un successo. Prosegui la lettura »
Note a margine dell’E-G8
Scritto da iff in Clipboard, Motori di ricerca, Net Neutrality, Social network il Giugno 7, 2011
È difficile capire per quale motivo tante aspettative fossero state riposte nel G8 di Internet svoltosi a Parigi lo scorso 24/25 maggio. Fortemente voluto dalla presidenza francese di Nicholas Sarkozy si è certo trattato di un evento senza precedenti ed a suo modo storico, visto che mai fino ad oggi i summit dei potenti della terra avevano posto all’ordine del giorno il nodo della govenance globale della rete.
Il fatto che siano effettivamente riusciti ad affrontarlo è però tutt’altro paio di maniche.
Le dichiarazioni ufficiali susseguitesi fin dall’apertura dei lavori hanno infatti messo in risalto come, dietro alla formalità conciliante del linguaggio diplomatico e d’impresa, esistesse un malcelato arroccamento dei diversi partecipanti su posizioni pregresse e consolidate da tempo.
Gli opposti schieramenti hanno sfoderato per la “grande occasione” il meglio del loro armamentario ideologico. Prosegui la lettura »
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