Pubblichiamo con piacere quest’articolo apparso sul blog di Andrea, appartenente al gruppo Laser e fra gli autori del libro "Il sapere liberato", con alcune sue impressioni e considerazioni in merito all’incontro "Proprietà intellettuale tra mercato globale e forme di resistenza", svoltosi il 20 febbraio presso l’aula c della facoltà di scienze politiche durante l’ultima edizione di Info Free Flow
L’articolo è apparso originariamente a questo link.
La strategia del cavallo
Qualche giorno fa ero a Bologna, all’incontro Info Free Flow 3.0
in un’aula occupata della facoltà di Scienze Politiche. L’atmosfera
delle aule studentesche di Bologna, a distanza di anni, mi ricorda
ancora il Paz. Un manifesto
nell’aula proponeva: "Per S. Valentino ti regalo un sanpietrino". Noi
si parlava di proprietà intellettuale con Kai Zen (quelli della Strategia dell’Ariete e del Romanzo Totale) e con i napoletani di libreremo.org.
Tutti d’accordo contro il copyright, ma qualche punto non banale è emerso.
–
i Kai Zen hanno convinto Mondadori a mettere i loro libri sotto
Creative Commons perché "un libro scaricato è un libro venduto" secondo
le statistiche editoriali. Quelli di libreremo fanno la cosa opposta:
dal loro portale si possono scaricare i testi universitari per evitare
di comprarli. All’università Orientale di Napoli, d’altronde, ci sono
ancora quei docenti che firmano le copie degli studenti per assicurarsi
che ciascuno abbia comprato una copia nuova del suo magnifico testo
d’esame. Chi sbaglia, Kai Zen o Libreremo? Nessuno: il fatto è che il
mercato editoriale classico (quello delle librerie) è una cosa, quello
didattico (scuola e università) è un’altra. Sono entrambi mercati
drogati, in quanto ogni anno vengono pubblicati 55mila libri che in
maggioranza vendono meno di due copie (cioè zero o una) e chiaramente
un mercato così dovrebbe sparire, se avessero ragione gli economisti
neoclassici. Però, i due mercati fanno uso di sostanze diverse. In
libreria ci sono troppi libri, e venderne uno è un’impresa tale per cui
gli editori sono disposti persino a regalartene una versione digitale
(come con le canne in compagnia) pur di arrivare all’utente. Il mercato
della didattica invece è un monopolio in cui l’offerta (il libro del
barone) ha pieno potere sulla domanda (gli studenti): come il pusher di
roba e il tossico con la scimmia.
– i libri di Kai Zen proseguono
in rete. Si vendono anche dopo l’uscita in libreria perché continuano
ad essere scritti da altri che per scrivere hanno bisogno di leggere,
prima. Perciò, se il libro è copyleft, l’il gioco funziona perché tutti
possono leggerlo, spedirselo via e-mail eccetera (e poi spesso lo
comprano, se non altro per regalarlo). Se c’è il copyright, il gioco si
ferma. Quindi, il segreto per battere il copyright è far libri che non
siano solo pagine di carta, ma storie da far proseguire con mani altrui
anche dopo averle inserite nel catalogo di una casa editrice. Con le
major, invece dell’ariete, è meglio usare il cavallo di Troia (oggi
siamo in vena di metafore). A quel punto, o la casa editrice ci sta o
ciccia, il libro non si vende.
– la ricerca è un "Romanzo Totale" da sempre. Eppure, qualcuno se lo sta dimenticando.
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