Questo è il primo post di una serie di report a proposito della terza edizione di Info Free Flow.
Quello che stiamo per postare è un articolo gia apparso su BAZ e sul blog del C.U.A. ( Collettivo Universitario Autonomo – Bologna ) in merito ad un azione di libero scambio e diffusione di testi universitari, messa in atto dai compagni e dalle compagne del CUA e del collettivo SPA il 19 febbraio presso le aule dell università di Bologna in viale Berti Pichat.
Oggi in via Berti Pichat, davanti alle aule
di scienze politiche, si sono ritrovati i collettivi universitari
C.U.A. e S.P.A. per distribuire gratuitamente i libri richiesti
dai corsi del semestre appena iniziato." E’ un’iniziativa
che nasce per andare ancora una volta a sottolineare come il
sistema dei brevetti, dei diritti d’autore, della proprietà
intellettuale in genere, cerchi di instaurare dei monopoli della
conoscenza, impedendo di fatto una libera circolazione di quei
saperi che tutti noi concorriamo a creare!" dice un attivista
del cua.
I collettivi presenteranno domani (mercoledì 20 febbraio)
nell’aula c della facoltà di scienze politiche, una giornata
completamente dedicata "alla proprietà intellettuale
tra mercato globale e forme di resistenza", all’interno
della quale interverranno gruppi e collettivi da tutta Italia,
come Ippolita, Gruppo L.a.s.e.r., Libreremo e Kai Zen.
Il comunicato dell’iniziativa
In un mondo dove le conoscenze e le informazioni
hanno sempre più valore (economico), ci troviamo schiacciati
dalla corsa all’arricchimento violento che studiosi ed economisti
continuano a chiamare "libero mercato". Multinazionali,
imprese e, non ultime, le università di mezzo mondo da
anni stanno praticando con tutti i mezzi una vera e propria
"espropriazione" del sapere, alla ricerca di sempre
maggiori profitti.
Tramite i brevetti, il diritto d’autore, uniti alle "vecchie"
leggi di mercato, si tenta costantemente di instaurare monopoli
della conoscenza, a scapito di tutti quei soggetti che, a diverso
titolo, concorrono a produrre saperi e cultura e che si vedono
così costretti al ruolo di meri consumatori di quei saperi.
La ricerca, compresa quella dell’università-azienda (quella
del 3+2, ad esempio!), è sempre più ispirata da
logiche di profitto, che di fatto concentrano finanziamenti
e sforzi solo ed esclusivamente per quelle ricerche che mostrano
un qualche valore sul mercato. Così s’impone un orientamento
assolutamente di parte (dalla parte dell’economia capitalistica)
in un ambito che dovrebbe sviluppare invece miglioramenti per
tutt*. La scienza, oggi, non è neutrale, non lo è
mai stata. La scienza, oggi, sta cadendo delle mani di pochi
imprenditori, interessati solo al profitto che ne possono ricavare.
La proprietà intellettuale è
un furto!
Perché un’"invenzione" o una scoperta scientifica
è frutto di equipe di ricerca anche molto vaste, per
cui è già difficile individuare un "proprietario"
dei risultati; negli ormai rari casi in cui queste equipe siano
finanziate con soldi pubblici, le multinazionali scatenano vere
e proprie battaglie legali a colpi di brevetti per impadronirsi
delle nuove scoperte (fatte da altri!). La scienza, poi, per
sua costituzione, è da sempre una pratica cumulativa:
le "scoperte" di oggi non sarebbero state possibili
senza la possibilità di accesso alle ricerche fatte in
passato da altri, che molto spesso rimangono nel purgatorio
degli autori/scienziati sconosciuti. Senza contare che molte
scoperte, invenzioni o innovazioni nascono dalle pratiche sociali
quotidiane di tutt* noi — basti pensare alla musica o al mondo
della produzione letteraria.
Nel nostro caso, come studenti di scienze politiche,
questo sistema, tra finanziamenti privati all’università,
proprietà intellettuale sui libri e sulle teorie, e le
logiche di "mercato" (baronaggio), crea quel particolare
monopolio della teoria politica che è stato chiamato
"pensiero unico". Il neo-liberismo, che ha e sta dimostrando
nella realtà tutta la sua fallibilità, ci viene
presentato, anche e soprattutto all’università, come
unico (e di conseguenza, il migliore) modello di gestione economica
e politica delle risorse.
Come dire che chi detiene il potere della conoscenza in quota
di chi detiene il potere economico nella società, ci
insegna che la sua teoria, che legittima il potere dei suoi
finanziatori/sostenitori, è la migliore e l’unica possibile.
Noi crediamo che si possa fare in altri modi, a cominciare dal
rendere la condivisione e il libero accesso alle conoscenze
un fondamento delle relazioni sociali!
Ed è per questo che oggi vogliamo iniziare
a riprenderci una parte di quello che ci hanno sottratto in
questi anni: stiamo distribuendo copie di alcuni dei testi universitari
maggiormente richiesti (dai baroni!), invitando tutt* a diffonderli
il più possibile tra amici, compagni e conoscenti allo
scopo di ridurre i costi imposti per il nostro apprendimento.
Liberando tempo e risorse per affrontare criticamente ciò
che tramite questi testi ci viene imposto come un pacchetto-chiuso-di-conoscenze,
nella prospettiva in futuro di essere in grado di produrre noi
stessi nuove conoscenze che demoliscano criticamente quelle
oggi dominanti.
COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO
SOGGETTIVITA’ PRECARIE AUTORGANIZZATE
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