Il browser è mio e me lo gestisco io!
Scritto da iff in Censura, Motori di ricerca, Privacy, Web2.0? il Ottobre 13, 2009
Osservare il flusso di informazioni che si genera in rete è sempre
un’esperienza istruttiva: a volte se ne resta colpiti per la potenza
circolare, a volte suscitano ammirazione le sofisticate tecniche
comunicative di chi è in grado di manipolarlo ed indirizzarlo, altre
ancora provocano ilarità i grossolani autogol di chi se ne ritrova
involontariamente sommerso. E questo è il caso di cui vorremmo parlare
oggi.
MediaFire è un servizio di file-hosting che offre spazio
illimitato agli utenti che vi si registrano. Forse chi legge già lo
conoscerà: si tratta di un’azienda web assimilabile a RapidShare o
MegaUpload, tipici diversivi a cui spesso si fa ricorso durante le
serate di noia passate in solitudine, quando l’ormai usurato hard disk
esterno non ha più nulla di stimolante da offrire e si cerca quindi
disperatamente riparo fra i contenuti aggregati negli anfratti della
rete.
Come la maggior parte delle forme di web-business ( quasi
la totalità a dire il vero ) anche questa si basa sulla pubblicità:
durante l’attesa per poter cominciare il download del film o del
videogame a cui siete interessati dovete sorbirvi alcune tediose
strisce pubblicitarie a cui normalmente quasi nessuno presta mai
particolare attenzione (anche perché, indipendentemente dall’attrattiva
che determinati prodotti possono esercitare, il reddito disponibile ai
più ormai viene rosicchiato giorno dopo giorno come i metri che
intercorrono tra due trincee in una guerra di posizione, rendendo
qualsiasi necessità o desiderio nulla più che una mera velleità). Prosegui la lettura »
Frammenti di identità collettive dentro e fuori la rete – Dialogo con Carlo Formenti – Seconda Parte
Scritto da iff in Interviste, Privacy, Social network, Web2.0? il Settembre 26, 2009
Continuiamo con la trascrizione dell’intervento di Carlo Fomenti ai seminari di Not[Net]Working – La rete non è un media , che hanno avuto luogo a Maggio nella facoltà di lettere e filosfia di Bologna. In questa seconda parte si parla della creazione di soggettività politiche nelle società mediali. Buona lettura.
Lavoro in rete e senza rete – Dialogo con Carlo Formenti – Prima parte
Scritto da iff in Copyleft, P2P, Proprietà intellettuale, Sorveglianza, Web2.0? il Settembre 17, 2009
Come già abbiamo avuto modo di scrivere su queste pagine, se in Italia
(e non solo) esistono ancora voci capaci di trattare il fenomeno della
rete in maniera disincantata e non celebrativa ma al contempo
propositiva e non appesantita dai ceppi della tecnofobia più
reazionaria, una di esse è senz’altro quella di Carlo Formenti,
docente di teoria e tecnica dei nuovi media all’Università di Lecce,
collaboratore del Corriere della Sera, autore di testi importantissimi
per una lettura critica dei mutamenti economici, sociologici e politici
avvenuti a partire dall’emersione di internet come terreno di
produzione immateriale e conflitto, quali "Mercanti di Futuro"," Cybersoviet"e "Se Questa è Democrazia".
Abbiamo
avuto la possibilità di averlo con noi al seminario "Cyberpopulismi,
crisi dell’internet libertaria ed architetture di rete securitarie",
tenutosi lo scorso 20 maggio nell’ambito del ciclo di seminari Not [Net] Working – La Rete non è un Media
presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, e
iniziamo con questo post la pubblicazione integrale del suo intervento.
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Valore liquido – Due parole a proposito di liquida.it
Scritto da iff in Motori di ricerca, Oggetti videoelettronici, Social network, Web2.0? il Settembre 12, 2009
Giovedì in mattinata è apparsa in rete, su diversi notiziari e feed RSS la notizia dell’acquisizione da parte di Liquida di BlogBabel.
Il servizio che analizza, confronta e classifica i contenuti dei blog
in lingua italiana in un primo momento era stato messo in vendita su
e-bay con un’ asta poi interrotta. Pur non essendo noti i termini
finanziari dell’acquisto, si sa che le tecnologie di BlogBabel verranno
utilizzate ed integrate nella versione internazionale di Liquida.
Tale operazione è stata immediatamente corredata dal rituale e pomposo comunicato stampa che prontamente celebrava una nuova sinergia tra le tecnologie dei due prodotti per offrire agli utenti della Rete servizi ancora migliori. Al coro degli entusiasti si è aggiunto Zambardino, non solo identificando in Paolo Anio (l’imprenditore fondatore di Banzai SPA,
una delle più importanti società italiane di
advertising on–line, facente parte del gruppo editoriale RGB Srl.)
una nuova Penelope in grado di tessere a lungo le innovative fila della
ragnatela tecnologica italiana, ma intravedendo all’orizzonte il
profilarsi di un "movimento" ( e qui "sic" ci nasce dal profondo un
sospiro, pensando ai bei tempi in cui il termine movimento era sinonimo
di gioia, conflittualità e desiderio di trasformazione radicale del
presente, mentre oggi il termine sta ad indicare l’acquisizione di
un’impresa ).
Liquida.it è una divisione della
Banzai SPA ed al suo attivo vanta diverse chicche come
i siti zingarate.com, girlpower.it e tutta una
serie di altre amenità.
Ma cosa fa precisamente Liquida.it? Qual’è il suo ruolo in rete? Prosegui la lettura »
Anteprima di DEFCON X – Spettacolo rinviato a domani sera 28 maggio!!
Questo mercoledì alle 20:00, dopo l’ultimo appuntamento con il ciclo di seminari Not [Net] Working, ci ritroveremo assieme alla Rete Copyriot in Piazza Verdi liberata per assistere all’Anteprima di DEFCON X, pregevole spettacolo teatrale sul (e nel) controllo sociale messo in scena dagli amici della Compagnia Fantasma. Non mancate!
Causa maltempo e vento sferzante ( perché é ormai chiaro a tutti che Dio@lassù.sky ci odia con tutte le sue forze… e sembra non siano poche ) l’anteprima di DEFCON X , spettacolo teatrale degli amici della Compagnia Fantasma è stato rinviato.
Quando?
DOMANI SERA, GIOVEDì 28 MAGGIO 2009 ORE 21.30
Dove?
VIA ZAMBONI 38 @ FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
Not [net] working – Netwar – Watchfare
Scritto da iff in Chi siamo?, Copyleft, Privacy, Sorveglianza, Web2.0? il Maggio 8, 2009
Quello che segue è parte di un più ampio lavoro a cui la crew di IFF sta lavorando.
Non è da considerarsi in nessun modo un documento esaustivo,
formalizzato o concluso. L’idea è di porne, di volta in volta, in
condivisone dei paragrafi su NoBlogs in modo tale che possano risultare
utili e propedeutici per coloro che vogliano partecipare alle giornate
di not[net]working che sono in corso. Condividere in questo habitat tale "nostra
produzione" è dettato non in ultimo dalla speranza che essa possa
essere oggetto di una fruttuosa critica, e perché no, di una revisione
collettiva capace di farla progredire ed evolvere da quelli che sono i
suoi punti deboli sul piano teorico. Avremmo voluto aspettare ancora qualche tempo per pubblicarlo ma l’odierna notizia apparsa su punto informatico, relativa alla legge 23 aprile 2009, n. 38, denominata "Piano straordinario di controllo del territorio", ci pone la necessità e l’urgenza di condividere e mettere a dibattito la nostra analisi sulla formazione dello "stato sociale del controllo" come ristrutturazione capitalista davanti alla crisi finanziaria attuale.
Buona lettura.
Nell’ultima decade abbiamo assistito al declino di una tipologia di laissez-faire post-moderna – incentrata sull’appropriazione e messa al lavoro indiscriminata delle informazioni, ed al parallelo rafforzarsi di una tipologia di keynesismo anch’essa post-moderna, quella della spesa pubblica in sorveglianza, che chiameremo del "watchfare".
Il watchfare comprende tutti gli investimenti effettuati sia in dispositivi e strutture fino ad allora destinati ai fini del semplice controllo sociale come telecamere, biometria, intercettazioni, vigilanza pubblica e privata, polizia ed esercito, intelligence, cpt, manicomi, carceri, comunità di recupero (ma anche, e in maniera cruciale, istituti statistici, ispettorati del lavoro, polizia fiscale, controlli sanitari, istituti di certificazione) che in altri di più recente comparsa riservati all’interazione sociale, come social network, chip RFID caricati ad esempio di informazioni genetiche e mediche, documenti digitali e smart card, dispositivi di tracciamento incorporati in telefonini, smartphone ed altri gadget.
L’incontro tra strutture di controllo sociale e di interazione sociale è tangibile in diverse comunità micro e macropolitiche: da un lato le "gated communities" a cui fanno riferimento autori come Baumann, dall’altro di volta in volta il confine USA-Messico, il muro d’Israele, la Fortezza Europa.
Così come il keynesismo elabora lo stato sociale in risposta alla catastrofe operativa del primo laissez-faire – per domare ed imbrigliare il flusso selvaggio del capitale ormai incontrollabile – e riaffermare allo stesso tempo l’autorità statale da esso messa in discussione ai tempi della belle époque 1870-1914 e della prima globalizzazione, il watchfare assolve principalmente a due compiti: il primo di essi è riportare sotto controllo politico il flusso di informazioni, "ridistribuendolo" con gli strumenti di watchfare – come il welfare keynesiano faceva con il capitale – tra i soggetti della comunità (locale, nazionale, interstatale). Questo per spalmare il rischio delle operazioni finanziarie a cui il flusso informativo dà vita – destabilizzante per la coesione sociale – fino a livelli tollerabili.
Il secondo è quello di rispondere preventivamente alle crisi di sovrapproduzione contemporanee in base a diverse strategie, dalla legittimazione di processi di creazione di scarsità artificiale, fino a strumenti di contingentamento come le quote latte ed a investimenti nella stessa industria della sicurezza. Prosegui la lettura »
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